Warholm, missione impossibile

16 Luglio 2017

Sfuma l’inedita accoppiata per il 21enne norvegese, agli Europei under 23 di Bydgoszcz, con il secondo posto sui 400 piani. Oggi l’assalto al titolo dei 400 ostacoli.

di Giorgio Cimbrico

Karsten Warholm per un po’ ha viaggiato in perfetto orario: giovedì, un tranquillo 46.70 in batteria; venerdì, all’ora di pranzo, esordio nei 400 ostacoli in 50.88, e all’ora del tè, semifinale vinta in 46.06. Terzo giorno: alle 16.17, semifinale degli ostacoli tirata il giusto, 49.29 e ovviamente miglior tempo tra i pretendenti. Alle 18.35 finale dei piani, dominata dallo sloveno Luka Janezic, 45.33. Karsten è finito, come dicono gli inglesi, lontano secondo: 45.75. Oggi, una sola fatica, la finale dei 400hs, alle 16.28. Terreno suo.

I quattrocentisti di solito corrono i 400 e la 4x400; i quattrocentisti ad ostacoli la loro gara e, visto che di solito sono atleti pugnaci, la staffetta del miglio. 400 e 400hs li ha corsi ad altissimo livello, per esempio, Angelo Taylor, ma parallelamente, nello stessa manifestazione, giorno dopo giorno, nessuno, sinché non ha fatto la sua comparsa Warholm, 21 anni e le ali ai piedi. Troppo ambizioso, forse. E ha pagato. A 21 anni può capitare.

D’altra parte, come può aver timore di un paio di gare al giorno chi sin da ragazzino ne affrontava una via l’altra? In questo senso Karsten è già una specie di leggenda del nord: nel 2013, campionati giovanili indoor, otto vittorie, nello sprint, breve e prolungato, nei 400, negli ostacoli, nei salti.

Nella carta geografica dell’atletica norvegese, Andreas Thorkildsen di Kristiansand è l’uomo del sud; Vebjorn Rodal, il cacciatore, l’uomo delle montagne e dei boschi di Berkak, è quello del centro; Karsten, di Ulsteinvik, viene dal punto più occidente di quella costa frastagliata, il Vestlandet. Un magnifico tuttofare che ai Mondiali giovanili di Donetsk fu campione dell’octathlon, tenendo una media da 800 punti, la porta d’accesso alla prova multipla per eccellenza. Le tracce lasciate sono numeri che val la pena riportare: un totale di 7764 punti e un contorno fatto di 10.52, 21.09, 4:44.73, 14.30, 7,66. Nel 2014 gli capita più o meno quel che capitò a San Paolo: lui non ha la rivelazione cadendo da cavallo ma correndo un convinto 400, 46.31, record junior norvegese. E’ la prima conversione. La seconda arriva quando, imitando l’Ashton Eaton dell’anno sabbatico, decide di affrontare il giro di pista disseminato di dieci barriere.

Agli Europei di Amsterdam, 48.84 in semifinale, record nazionale. Quest’anno, 44.87 a Floro il 10 giugno (quando un europeo scende sotto i 45 secondi c’è sempre da tracciare un circolino rosso attorno al risultato e al nome dell’autore) e 48.25 al Bislett di Oslo cinque giorni dopo: deve essere stato in quel momento che è scattata l’operazione Bydgoszcz che si è rivelata una missione impossibile.

Karsten potrà rifarsi a Londra. Quella che è diventata la sua specialità, langue da anni e con una puntata sotto i 48 secondi il paradiso o le immediate vicinanze possono attenderlo. Guida il nuovissimo Kyron McMaster delle Isole Vergini Britanniche, classe ’97 e 47.80. I tre americani usciti dai Trials, Eric Futch, Mike Stigler e Tim Holmes, non sembrano niente da speciale. Più che Yasmani Copello, cubano-turco, Karsten dovrebbe tener d’occhio Abderrahaman Samba, Qatar con radici in Sudafrica. Partita apertissima.

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FOTO delle GARE (di Giancarlo Colombo/FIDAL)

FOTO | SCATTI e RITRATTI della SQUADRA ITALIANA A BYDGOSZCZ 2017

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